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me un buffone e, se volete, un mentecatto. Centomila piastre offersero i primari signori a Garzia per mio mezzo per fabbricar un teatro, pochi giorni prima che partisse. Ve lo ripeto e vi prego dirlo in mio nome a tutti quelli c’ bau buon orecchio ed ardito cuore.

Tutto quello, però, che posso fare, lo farò con tutte le forze dell’animo e ora e sempre per voi e per tutti i vostri seguaci. Senza perdere momenti, vedrò i primi dilettanti, che son tutti amici ed allievi miei, e procurerò di persuaderli ad ottenere per conto vostro un contratto nelle proprie maniere e colla maggiore

  • economia possibile dal proprietario d’un de’ migliori teatri; d’assicurarne i pagamenti e di ricevere per quelli in compenso, dalla

compagnia che verrá, o un certo numero di logge (cioè delle nicchie descrittevi) o di biglietti serali per tante sere. Sgraziatamente, in questa stagione sono quasi tutti alla campagna. Ma io disporrò bene le cose, scriverò, pregherò, ecciterò i desidèri, e a’ dovuti tempi vi scriverò l’effetto delle mie operazioni, che saranno quelle d’un buon avvocato e d’un amico onesto, disinteressato e sincero. Torno però a dirvi che tutto dipenderá dal merito de’ cantanti. Quattro ottimi, due buoni, e due o tre non cattivi. Ecco quello che ci vuole, e il becco all’oca sará allor fatto. Ho dell’altre cose da dirvi, ma non ho piú spazio in questa lettera. Leggetela a’ vostri amici, e, se non basta a infiammarli, sará lor colpa. Se Mombelli ancor vive e voi potete vederlo, parlategli di me. Ei mi conosce bene e sa che è tutto oro quel che dico. Salutatelo per me e fate che vi consegni sua figlia. Non ci vuol meno per fare un buon colpo. Abbiamo qui una tedesca che ha buona voce e buon gusto; abbiamo anche due italiani, e ponilo far qualche parte in un’occorrenza. Conoscete Rosich e Dorigo e sapete quello che pesano. Abbiamo pure la Feron, che ha molto merito e può servire. Non mancherò di scrivere all’Havana, e a voi scriverò presto novellamente e dirovvi tutto l’occorrente e quel che si può sperare. Al signor maestro Centroni non manderò copia di questa lunga lettera, ma l’informerò d’ogni cosa. Rispondetemi subito e credetemi cordialissimo amico Lorenzo Da Ponte.

Dopo varie lettere, che non fa d’uopo pubblicare, reciprocamente scritteci, eccone una del signor Montresor, che contiene il risultamento delle mie operazioni e de’ mutui desidèri sino a quell’epoca.