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Torniamo al filo della mia storia. Io ho lasciato il mio leggitore all’epoca felice, in cui i libri italiani si potevano trovare in New-York in grande abbondanza non solo, ma a prezzi assai piú discreti. Mi venne allora un pensiero in capo, che non esitai né tardai ad abbracciare, come quello che idoneo parevami a diffondere piú e piú le dottrine de’ miei scrittori. Deposi una quantitá di scelte opere da un libraio americano, ne fissai i prezzi con moderazione, ne feci fare un catalogo, e offersi d’insegnare la lingua mia per un intero trimestre gratuitamente a chiunque si fosse provveduto da quel libraio d’una certa quantitá di libri, del valore soltanto di venti piastre. Non ebbi, (né so perché) se non sei persone che intendessero il valore di tale offerta. Io credeva doverne avere almeno sessanta! Il poco successo di questo piano me ne suggerí un altro piú ardito, e che mi pareva impossibile che non dovesse riuscire. Io aveva fatto, alcun tempo prima, un Catalogo ragionalo degli autori italiani , che a poco a poco, se non tutti ad un tempo stesso, mi venne fatto d’introdurre in America. Io non poteva pretendere di dir molto in un libercolo di poche pagine: ardisco credere nulladimeno d’aver detto abbastanza per dare un’idea favorevole de’nostri letterari tesori e per invogliar i saggi a conoscerli. Un giorno, difatto, un dottissimo letterato americano, a cui presentai il mio catalogo, mi disse liberamente: — Tanti sommi scrittori ha l’Italia, e noi noi sappiamo? — Signore — soggiunsi, — questi non sono se non una parte di quelli che vanta l’Italia; —e l’assicurai che, se gli piacesse imparare la mia lingua e legger il Mazzucchelli, il Quadrio, il Tiraboschi od alcuni altri de’ nostri storici di letteratura, vedrebbe che io non esagerava in quella asserzione. Studiò la mia lingua, e il solo Tiraboschi bastò a convincerlo che non era parzialitá nazionale, ma puro amor della veritá, che mi faceva parlare cosí. — Mi pare strano — mi disse egli un giorno — che una lingua si nobile e ricca di si mirabili produzioni non siasi introdotta nel nostro Collegio! Queste parole furono come una bragia ardente per me, imaginandomi immediatamente che questo solo potesse essere