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un de’ pochi privilegiati- «quos cquus cimavit Tupiier» ; bisogna incontrarsi (e questa è cosa difficile in un paese straniero) in un institutore onorato, che non mettasi a fare un mestier che non sa; in uno, ch’oltre le buone regole grammaticali, che pochi sanno, si conosca delle grazie, dell’eleganza e d’un certo non so che, proprio precipuamente del nostro idioma, che da’ latini «urbanitas» si chiamava; che abbia fatto uno studio particolare e cangiati, per cosí dire, «in succum et sanguinem» i nostri piú celebri autori, in modo da intendere egli medesimo e da poter far intendere agli altri le grandi eccellenze de’ loro scritti; e, dopo una lunga, diligente e docile instruzione di tal precettore, bisogna chiudersi quattro o cinque ore del giorno in una libreria, leggere, rileggere, studiare, meditare gli autori, copiarne, come fece un Alfieri, un Foscolo, un Monti, i piú nobili tratti; farne degli estratti, delle compilazioni, delle imitazioni; imparargli a memoria, se puossi; e s’assicuri pur lo studente che, se segue il consiglio mio, se non lasciasi spaventare da fatiche, succederá anche a lui quello che successe all’immortale Ginguené, che, per aver fatto della letteratura italiana l’oggetto principale de’ suoi studi, non ebbe ribrezzo di dire queste preziose parole: «Je m’arréte donc á la tittérature italienne... la né e première, la plus riche peutétre, et cependant celle de toutes que nous connaissons le moins... et, si l’on veut, que j’aime le plus». Or qual piacer non sarebbe ad un uomo cieco dalla nativitá di aprir all’improvviso gli occhi, e di veder il sorger del sole, un cielo stellato, un prato coperto d’erbe e di fiori e tante altre somme bellezze dell’universo? Impari, impari a conoscere bene i nostri grandi scrittori, e gli accadrá, gli prometto, il medesimo diletto, la medesima maraviglia che accadrebbe a quel cieco e che accadde, son certo, alle spiritosissime damigelle della mia triplice classe, che, a forza di diligenza, di studio e di emulazione, fecero tali progressi in tre lingue, nel solo corso di pochi mesi, e nel nostro idioma principalmente, che molte e molte persone gli hanno stimati incredibili. Farlerò di questo piú estesamente al dovuto loco. La digressione fu troppo lunga, ma troppo altresi necessaria.