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italiano, ma piú che italiano pel suo amore alle nostre lettere, di cui è luminosissimo fregio; quanto piú non si maraviglierá, udendo che, dopo aver io raccolto, nel corso di dieci e piú anni, mille e cinquecento volumi pieni di gemme, e sacrificati non solo tutti gli agi e piaceri, ma i veri bisogni della vita, talvolta per pagare librai poco generosi d’Italia, talvolta per soddisfare agli esorbitantissimi dazi b), non ho ancora trovato né tra que’ seicento allievi, che pur si pregiano d’amar e me e la mia lingua, né tra gli opulenti cittadini della cittá, piú di circa sessanta persone, che concorressero con prontezza ed alacritá allo stabilimento da me imaginato d’un fondaco permanente d’italiani tesori! Spero nulladimeno che dopo la lettura di tutte le cose contenute in questo libretto, lo spirito naturalmente generoso de’ cittadini si sveglierá e non vorrá permettere ch’io mi trovi alla necessitá di vedermi frustrato nella dolce speranza da me fondata nel buon discernimento de’ miei allievi ed amici, o di dover sparpagliare, con perdita enorme e fatale, una collezione bastevole a immortalare chi la raccolse e a dar una luce novella a’ posseditori. (1) Per l’opera rara ed eccellentissima del Muratori, intitolata Rerum Ilalicarum scriptores, che non mi venne fatto d’ottenere da alcun libraio se non dopo dieci anni d’indagini, e che doveva completare la serie delle storie scritte da classici italiani, di cui ho potuto procurarne giá centottanta volumi per la disegnata libreria, m’hanno fatto pagare alla dogana ventisette piastre e mezza! E pe’dizionari italiani ed inglesi vcntisei soldi per libra. Questi tali libri non si stamperanno mai nell’America, né mai la manifattura nazionale sarebbe danneggiata, ma beneficata piuttosto e istruita per l’importazione. Sono stato simile a quel povero medico, che doveva pagare i suoi pazienti, perché permettessero di lasciarsi curare. Se questo paragrafo ha mai la fortuna di cader nelle mani del saggio signore, che eccita i suoi compatriotti a certe utili imprese, sappia che io trassi dall’ Italia i libri necessari alla pratica di tutte le belle arti da lui raccomandate, e che anche per quelli ho dovute pagare gabelle.