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I 140 APPENDICE tal nobil alma s’avvalora e sveglia a fatti gloriosi, ad opre illustri, qualor per entro la virtú e la gloria di quei chiari per fama eroi si speglia, di cui giro superbi i scorsi lustri e ne risuona ancor nobil memoria nella verace istoria. Ché il grado, a cui poggiáro, alto, immortale membrando e il lor valore e il desio di vedersi a loro uguale destano vive in lui fiamme d’onore. Tal Roma a’ figli suoi rimembrare solea gli antichi eroi.

Pag. 43, riga 23: Una diceria burlesca, che si copiò da’ miei versi e che si leggeva con qualche diletto da poche dame bizzarre in Venezia, accrebbe a dismisura il baccano e le furie de’ miei falsi zelanti accusatori. La inserisco in queste Memorie. sperando che il leggitore griderá meco : «Di che lieve cagion che crudel guerra». FROTTOLA S’io trovassi in colle o in piano quella ninfa che trovò Riccardetto a un fauno in mano e, uccidendo!, lei salvò, dalla ninfa un altro dono vorrei certo domandar: in altr’uom da quel ch’io sono vorrei farmi trasformar. Io per lei di Briareo chiederei le braccia aver, e la possa di Tiféo e d’Alcide o d’altro fier.