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chi di voi, cari figli d’amore, negherá tal conforto al cor mio? chi di voi del piú nobil desio secondar l’aurea fiamma non dé’? De’ bei geni dell’ italo cielo, che tra voi da molt’anni portai, eternar le dottrine bramai, ed il nome di chi le portò; ma tal gioia mi tolgon le stelle senza un’aura di vostro favore; senza voi, cari figli d’amore, la grand’opra compir non si può. Proteggete l’onesto mio voto ; ed all’ombra del bel monumento, qual nocchier, qual guerriero contento, avrò requie al cader dell’etá. Ed unito a que’ nomi immortali, ond’è pien l’universo di gloria, di mio nome una grata memoria dopo morte in vostr’alme vivrá.

Appena si riseppe il mio disegno e le mie operazioni in Italia, non mancarono tutti i buoni di lodare e di secondare i miei patri sforzi; ed, oltre molte lettere di congratulazione e d’applauso ch’ebbi da vari de’ piú dotti, zelanti e spiritosi italiani, non pochi vi furono che delle belle opere in dono mi mandarono, perch’io di quelle arricchissi la mia biblioteca. Il primo a dare agli altri questo nobile esempio fu il mio riverito ed adorabile signore ed amico Tommaso Mathias, che, inviandomi con una cortesia e grazia ammirabile tutte le bellissime sue opere, il campo m’aperse di far vedere co’ lor occhi propri agli americani come un dotto e spregiudicato scrittore inglese, che tanto studiò e meditò gli autori italiani da rendersi il piú stimabile e il piú grande di tutti gli stranieri che nella lingua nostra hanno scritto; come, ripeto, parla e ragiona di quei geni sublimi, che l’altre nazioni (senza escluder l’ameri-