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Ma, se de’ falli miei scusa non è che basti, salvami, perché sei quel Dio che mi creasti, e l’empio invan contrasti col tuo voler superno, ch’osa sfidarti ancor fin da l’inferno.

SALMO II lus/us es, Domine, et rectnm iudicium tuum.

Non verso, eterno Dio, questi sospiri fuor del dolente seno sopra le mie ferite e i miei martiri. Retto è ognor tuo giudizio e retto il freno che i figli tuoi corregge, né per ira o pietá sei giusto meno. Piango, perché peccai contra tua legge, perché dentro il tuo ciglio tutto il ben che perdei quest’alma or legge. Perdei l’amante Padre, ingrato figlio; perdei l’immenso Amore, l’unica speme ed il fedel consiglio. Or son orfano e cieco, e questo core altro in te piú non mira che il suo giudice irato, il suo Signore. Ali, men grave su me quel ciglio gira! non può l’anima mia lo sguardo sostener di tua giust’ira. Vibri la destra tua, deh! vibri pria tutti i flagelli suoi, ma sol questo al fallir la pena sia. Struggimi prima, se placar ti puoi sol struggendo un ingrato; ma vivo non serbarmi agli odii tuoi. Ché, se nulla pietá merta il mio stato e il lungo pianto mio, da’ a me quell’odio, e abborrirò il peccato.