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prima parlai, era in svia compagnia b). Dopo essersi scusato alla meglio per la soprafazione che mi si faceva per lavorir Federici, mi domandò s’io aveva meco i miei conti. Mi parve cosa assai strana ch’avesse preso quell’avvocato per esaminarli. In fondo però n’ebbi un piacer sommo, perché quell’avvocato trovò tutto giustissimo. Taylor fece delle osservazioni su diverse domande fatte da me e sulle pretese segnate per compenso di danni, ed 10 cancellai sul fatto tali pretese; ma al fin de’ conti si trovò ch’egli doveami seicento lire sterline, anche calcolando le cose a suo modo. Ed allora soggiunse: — Seicento ne devo, e cinquecento ne dono al signor Da Ponte, come un picciol compenso de’danni da lui sofferti e de’servigi a me resi; e per questa summa gli assegno la loggia N..., ch’è in mano del signor Comrie. e ch’egli avrá cura di vendere e di pagare il signor Da Ponte. — Sebbene questa non valesse la terza parte delle perdite che indirettamente io avevo fatte per lui, avrebbe bastato nulladimeno a darmi un conforto e forse, col tempo, a ripormi nel mio pristino stato Ma dove andò a finire si bella pompa?

Fra un’altra gran quantitá di cambiali di Taylor, di Corri e di Rovedini, che quotidianamente scadevano e veniano a me solo per pagamento, e diversi altri piccioli fallimenti di librai ed altri, che insieme faceano una grossa summa, io mi trovai in breve tempo in tale imbarazzo, che, non vedendo piú la strada d’uscirne, risolsi di chiamar tutti i creditori, di far lor vedere 11 mio vero stato, di porre il tutto nelle mani di due onesti pers maggi, i quali a conti chiari avrebbero avuto abbastanza da pagar tutti fin all’ultimo soldo. Si fissò un giorno pel loro incontro, ed io frattanto ebbi cura di veder Taylor per udire la sua opinione. Edito il progetto mio. trovollo ridicolo. — In tanti anni — diss’egli — che siete a Londra, non conoscete quelli con cui, piú che con tutti gli altri, avete bazzicato. — Di fatti tutti (1) Questo signor Comrie aveva tutta l’apparenza del galantuomo Io mi fidai ciecamente di lui e fui, come al solito, anche da lui barbaramente ingannato. In ventiquattro anni non mi venne fatto d’udir novella di lui. Vorrei sapere s é vivo o morto, e chiedo la grazia di tanto a qualche anima giusta.