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tradimento tale, pubblicando cose che mai assolutamente, sull’onor mio e sulla mia piú sacrosanta parola, non ho mai pensato, e che potrebbero farmi passare considerabilissimi guai per parte di quelli che si crederebbero attaccati e che non disprezzano c non dimenticano mai tai cose, e forse porre anche la vita in pericolo? Tanto, ripeto, è lungi ch’io ve n’abbia creduto capace, che mi sono ostinato a sostenere, con qualcheduno che mi faceva tali discorsi, che la cosa era assolutamente falsa. Né io mai ve ne avrei scritto, se, dovendovi scrivere, ciò non me ne avesse dato occasione, acciò, occorrendo, possiate voi stesso difendervi da simili calunnie, se mai vi si facessero, e che procurerebbero di darvi maliziosamente un carattere infame ed esecrabile. Mio caro Da Ponte, son sicuro che voi stesso non ne sarete esacerbato meno di me.

E in veritá le satiriche allus oui personali indicano un carattere vile, calunnioso, maligno che io non credo d’avere. Oltre di che, un autore, che a torto o a dritto adotta la speranza che le opere sue possano passare alla posteritá, tosto che si rivolga ad allusioni personali, pare che rinunzi a questa dolce lusinga, perché le personalitá non hanno che un interesse passeggierò e temporaneo, come temporanei e passeggieri sono gli oggetti che esse riguardano ; poiché, dopo piú o meno di tempo, che sparite sieno dalla superficie della terra le persone prese di mira, giusta la maggiore o minore importanza loro, nessuno piú s’interessa di quelle, nessuno piu vi pensa, e non resta all’autore che il carattere di maldicente; la qual maldicenza può inoltre divertir qualcheduno nel presente, ma mai essere approvata, sopratutto dall’onesta gente. Quindi è che ho posto ogni studio, nei miei Ammali parlanti , di non dare occasione o motivo a chichesia di fare si maligne interpretazioni, e, per tórre a qualche mio nemico perfin il modo di calunniare, come chiaro apparisce a chiunque vorrá darsi la minima pena di esaminare qualunque animale attore nel mio poema, io ho avuta in mira unicamente la cosa e non le persone, i vizi e i difetti dei governi e non dei governanti. Certamente vi sono e vi saran sempre nel mondo alcuni caratteri piu marcati degli altri, perché piú esposti all’occhio critico del pubblico, come i corpi, che s’elevano sopra una superficie piana, sono i primi a saltar sugli occhi, conforme ho detto nella mia prefazione; e a questi, anche dopo molti e molti secoli, si potranno fare delle applicazioni da quelli che avran voglia di farle: ma non bisogna attribuirle all’autore, che se ne protesta affatto ignaro. Rilevare i