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di grandissima fama e di merito reale, Winter. Frattanto i creditori del teatro italiano, poco contenti della direzione di Taylor, ottennero di porre il teatro stesso in mano d’altre persone; e queste, che non avevano al fianco né i Federici né le Banti né altri Achitofelli di simil razza, diedero un cordialissimo saluto al signor Serafino e richiamarono me al posto mio. Non esitai ad accettare l’ofTerta, che mi fu veramente fatta in una maniera assai nobile; e non fu tanto per lo vantaggio pecuniario, di cui io non aveva allora certo bisogno, quanto per mortificare quel serafico pipistrello, a cui un poco la protezione di lord Jdolland, un poco la ignoranza di Taylor e de’ suoi ministri, avean fatto credere di aver le penne dell’aquila. Mi dieder ordine immediatamente di scriver due opere serie per quelle due virtuose, e fu allora ch’io composi II ratto di Proserpina per la prima e II trionfo de II’amor frate rito per la seconda, che furono a un tempo stesso il trionfo mio, perché fecer prendere un’idea meno svantaggiosa de’ poeti di teatro al signor Mathias, a cui sopra tutto importavami di piacere.

Le cose frattanto del mio negozio progredivano con mirabile prosperitá. Bisogna però eh’io renda giustizia a un gran numero di colti, dotti e onorati italiani, tra’ quali mi si permetterá di dar il primo loco a Leonardo Nardini e a Pananti, eccellenti filologi, ottimi grammatici e buoni poeti, collocando subito dopo loro Polidori, Boschini, Damiani e Zotti, per tacere di molti altri, che, invece di calunniar o invidiare, more latronum , lo zelo e il disegno mio di diffondere e rialzare la lingua nostra, con patria cordialitá e non senza loro ed altrui vantaggio, ogni mezzo posero in opera per favorirlo. Non contenti d’insegnar agli altri con molto valore le bellezze, le grazie e la proprietá dell’idioma italiano, composero delle belle ed utili opere, ne pubblicarono molte de’ nostri piti celebri autori, e trasportarono dall’ Italia quanto v’uscia di migliore in ogni genere della nostra letteratura. Ma chi sopra tutti cooperò al fortunato successo del mio disegno fu il sopralodato signor Mathias, che ripubblicò colle stampe un considerabile numero de’ nostri classici, che vi fece delle dottissime prefazioni ed osservazioni, e che persuase