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un’opinione assai svantaggiosa di tutti gli scrittori d’opere buffe italiane, e per quelli singolarmente che pel teatro di Londra scrivevano. Avea palesata questa opinione e questo disprezzo in diverse opere, e sopra tutto nel Demogorgone , componimento grazioso e pieno di piacevolezza e di spirito.

Fu il signor R. Zotti, maestro di lingua italiana in quella cittá, uomo di molto merito nelle lettere (e allora piú amico del vero e mio di quello che non fu pci (I )), che gli parlò in modo di me, da fargli desiderar di vedermi. Entrò nella mia bottega, senza dirmi chi fosse, e mi chiese diversi libri. Mentre io di quelli stavii cercando, vide un volumetto di versi sul banco della bottega, e, prendendolo in mano, si pose a leggere la prima canzone. Pareva che gli occhi ed i movimenti di quel signore dessero segni di soddisfazione non solo, ma di maraviglia ad ogni verso ch’egli leggeva, lo aveva giá trovati i libri che ni’avea chiesti, ed ei seguitava tuttavia a leggere. Quando fu alla quarta strofa di quella canzone, fermossi e, a me volgendosi, mi domandò con vivacitá chi era l’autor di que’ versi. A un tempo medesimo lesse nel frontespizio: Saggi poetici di Lorenzo Da Ponte. — Con cui — disse allora — ho il piacere di parlare. — Per obbedirla — soggiunsi. — E non è Ella — replicò egli — il poeta del nostro teatro? — Lo fui — replicai. — Ella — esclamò — il poeta del teatro, ed Ella l’autore di questa canzone? — Era l’oda da me composta per la morte di Giuseppe secondo. — Vuol farmi la grazia — disse seguitando — di venir domattina da me e di permettermi intanto di pigliar meco queste poesie? — Risposi che sarei altèro dell’onore.

Prese la penna, scrisse il suo nome, la strada e il numero della sua casa e parti.

All’ora prefissami, andai da lui. Egli m’accolse colla cortesia e gentilezza, ch’era propria d’un personaggio suo pari, fece portare la colazione, e mi domandò com’era possibile ch’io (i) Lo Zotti, a quel che dicono, non è piú. Rimanga sepolta con lui la memoria di alcuni falli, de’quali, s’or lo accusassi, non potrebbe difendersi, essendo morto. Dirò solamente a chi l’udi parlare di me, ch’ei mi divenne nemico senza ragione.