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ghinee e che fu cagione del mio totale esterminio e della mia partenza da Londra. E qual fu la mercede ch’ebbi da Taylor?

Per tre settimane intere cessò di vedermi! Gli mandai due lettere: egli le abbruciò senza leggerle! Invano cercati tutti i mezzi possibili onde ottenere giustizia, se non pietá, scrissi la storia di questi fatti e gliene mandai una copia stampata.

Sebbene io avessi studiata tutta la moderazione nel mio rac conto, nulladimeno questo bastò a farlo montar sulle furie ed a meditare vendetta Nascondendo in silenzio il suo mal animo, mandò persona da me, che, un poco colle carezze, un poco colle minacce, mi cavò tutte le copie di quella storia di mano, mi fece promettere sull’onore di bruciare l’originale, prese i miei conti e le mie domande pecuniarie contra Taylor, mi diede a conto cinquanta ghinee, ch’eran forse la decima parte di quello ch’io aveva speso per l’impresario, e mi lasciò. Assicurato da questa mia promessa, credette Taylor di poter cavarsi la maschera e vendicarsene. Tre giorni soli dopo un tal fatto, mandò il suo avvocato da me e mi fece dir perentoriamente che non aveva piú bisogno de’ miei servigi al teatro; e, non soddisfatto di questo, altri due giorni dopo mi fece mandare un ordine dal V A/ien office di partire da Londra. Non sentendo che la coscienza mi rimordesse d’alcun delitto di politica, e sicurissimo essendo che i miei principi non poteano dispiacere al governo, ebbi il coraggio di presentarmi al preside di quell’uffizio, che con mirabile cortesia si compiacque d’accogliermi e di far ritirare quell’ordine indegno, che alcuni subalterni, a istigazione di quell’uom feroce, avevano osato arbitrariamente mandarmi.

E facile credere che il mio allontanamento dal teatro piacesse a molti. Piú che a tutti però piacque alla cara Brigidina, ch’oltre all’odio che allora portavami per la protezione del suo secreto vagheggiatore e per l’ingiuriosa memoria spretae fortnae , aveva una grandissima ragione di staccar Taylor da me in quel momento. Bisogna sapere che la seconda o terza passione predominante di quella femina era, come giá dissi, il buon liquore di Bacco. Io aveva comperate alcun tempo prima, con una delle solite cambiali, tre botti d’ottimo vino, e la chiave della cantina,