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era cavalier servente attuale di quella donna; che, appena mi vide in Venezia, divenne furente per gelosia ed assicurò tanto la moglie che il marito che io non rimarrei gran tempo in quella cittá. Ripetendomi allora le cose udite dal cercantino, non dubitai che non fosse assai facile a costui di riuscire nel suo malnato disegno; e, se l’ora non fosse stata giá tanto avanzata, sarei partito sul fatto da un misero paese, dove nemmeno il piú onesto ed innocente uomo del mondo potea piú tenersi sicuro. Rimasero con me qualche tempo e sarebbero rimasti forse fino alla notte; ma, vedendo ch’io stava pensieroso e poco parlava, mi chiesero la libertá di partire. Gli accompagnai fino alla scala, dove essa, nel porgermi la mano con un addio di partenza, mise cautamente nella mia una lettera, che conteneva queste parole:

Dopo venti anni di lontananza vi ho veduto ancora una volta, o mio veneratissimo benefattore, salvatore ed amico. Permettete eh’ io vi renda le piú vive e distinte grazie del favore che mi faceste ; favore che aggiungerá mille nuovi sentimenti di gratitudine e d’affezione a quelli ch’io giá nudriva per voi. V’ho veduto, mi pare che siate felice, non domando di piú. Partite, signor Da Ponte, partite subito da questa cittá, che non fu mai, e molto meno e adesso degna di voi. Oltre il pericolo che vi sovrasta, fermandovi qui, per P insidie d’un traditore geloso di voi, sareste sforzato a veder cose nella mia propria casa da farvi fremere e inorridire, senza poter rimediarvi. Il maladetto Doria è il tiranno mio. Egli ha i voti di tutta la famiglia, egli ha quelli della sua moglie, egli ha quelli di mio marito. Parte per bisogno, parte per iniquitá, ei m’ha venduta al piú inumano di tutti gli uomini della terra, ch’io odio piú che la morte e che devo tinger d’amare, per non lasciar di nuovo i miei figli e per non morir di fame con essi. Voi dovete aver veduto in casa mia... Egli e il padre... Ah! partite, signor Da Ponte, e ricordatevi della povera Angioletta.

Conveniva aver un’anima di sasso per non bagnar di qualche lagrima questa lettera. Ma io vedeva assai bene ch’altro non avrei potuto fare che dar a lei delle lagrime. Rimasi nella locanda fin dopo le sette. Uscii allora di casa, andai ad un caffè,