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oppresso talmente da sentimenti di piacere, di maraviglia e di gratitudine, che non potè finire per molto tempo la frase incominciata. Dopo alcun tempo però prese ardire, e, pigliandomi per la mano, volle per forza imprimervi un bacio, e gridò piangendo dirottamente: — La mia sorella è morta: ah, fosse ella qui a veder e conoscere quel c’ha perduto! — Lo scongiurai di cangiar discorso e di dirmi per qual disgrazia o per quale accidente egli era ridotto a quella deplorabile miseria. Parlò allora cosi. — Voi capite, signore, di qual famiglia son io. — Egli era fuor d’ogni dubbio d’una delle piú antiche e nobili di Venezia. — Sapete che usciron da questa dogi, procuratori di San Marco, generali d’armate, prelati conspicui e magistrati di altissima» grido. Mio zio era inquisitore di Stato, e mio avolo ambasciatore a Costantinopoli. Ma nessuno de" miei fu mai ricco, e tutto quello, che avevano, veniva dagli uffici che esercitavan nella repubblica. Quando la repubblica cadde, piú di trecento famiglie, che dalla sorgente medesima traevano la lor principale sussistenza, caddero, al par della mia, nell’indigenza e neH’umiliazion che vedete, lo sto peggio di tutti gli altri, perché nella mia gioventú fui vizioso, scapestrato e poco instruito; e quindi mi trovo con una moglie bella ed onesta, quattro figli ed una sorella da mantenere, senza mestiero, senza talenti, senza ripieghi; e, se non fosse la caritá della buona gente e quella sportella, con cui guadagno ora due, ora tre lire al giorno, si morrebbe di fame. Per caritá, signor Lorenzo, partite presto da questa cittá! Un uomo da bene, come voi siete, non potrebbe rimanervi gran tempo senza pericolo. Questa non è piú quella Venezia che voi vedeste. Una volta tremavasi al nome d’inquisitore di Stato: ora si trema a quello di soldato; e, dove un veneziano avea tre padroni sul dosso, or n’ha trentamila, e non con un zecchino in fronte e con un bastone in manosi, ma con baionette e fucili. Siam circondati (1) Il ministro degli inquisitori avea ex officio una berretta rossa con un zecchino, dove eravi l’impronta di San Marco, e, quando si mettea in testa quella berretta, bastava perché tutti, dal piú grande al piú piccolo, l’ubbidissero.