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vendette, rendendo a lei del bene pel malech’a me fatto aveva, non ho creduto né onesta né giusta cosa di darlene la minima speranza, senza udire prima come stava di voce/ Sapeva, oltre a ciò, ch’ella era giá stata a cantare nel teatro di Londra senza essere troppo applaudita. La pregai nulladimeno a cantar qualche arietta, il che fece ella senza fare smorfie; ma, sebbene io capissi ch’aveva ancor molto merito, pur non osai proseguir in quel discorso piú lungamente, per timor di accrescere le sue lusinghe. Cominciammo a scherzar in fatto d’amanti: mi disse ch’era senza cavalier servente, e mi pregò di andare la sera al teatro con lei. Presi, poco dopo, una gondola, e, mancando ancora del tempo alla rappresentazione, feci che il barcaiuolo si fermasse alle rive d’un caffè e che facesse portar de’ gelati. Quand’egli parti, mi prese ella per la mano, mi guardò fiso fiso nel volto, e mi disse con vivacitá teatrale: — Sai tu, Da Ponte, che sei piú bello che mai! — Lieto di poter fare una picciola vendetta de’ torti fattimi da lei : — Mi dispiace moltissimo — risposi — di non poter dire lo stesso di te. — Tacque, arrossi, e parea che le si empiessero gli occhi di lagrime. Me ne dispiacque: le strinsi allora con tenera espressione la mano e le dissi ch’avea scherzato, ma che, essendomi consecrato per tutto il rimanente della mia vita ad un’altra donna, credea che non mi fosse permesso parlar d’amore, particolarmente con lei. Questo «particolarmente» parve piacerle. Intanto il caffettiere portò i gelati, il gondoliere tornò, e non si parlò piú del passato. Andammo al teatro, dove si recitava II re Teodoro di Casti.

La prima donna era bravissima, ma seppi ch’ell’era impegnata pel carnevale futuro, e non cercai nemmeno parlare di Londra.

Dopo l’opera andammo a cena con due altre cantatrici assai belle, ma io aveva bisogno di canto e non di bellezza. Andai all’albergo, dopo averla condotta alla sua abitazione, contento delle mie visite e dell’accoglienze fattemi dagli amici.

Il giorno seguente, otto di novembre, fu pieno per me di memorabili eventi. Uscii di casa assai a buon’ora, e volli veder Venezia in tutti gli aspetti. Tornai alla piazza di San Marco e non vi trovai piú gente la mattina, di quello che vi trovassi il