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che, concordi negli accordi delle parti componenti, vivi e armonici strumenti tra i gran timpani del mondo non facciamo che suonar.

A queste parole il mellifluo Martini fece una musica trivialissima, e non molto piú nobile a molt’altre parti del dramma! Ne’ due primi anni, dunque, del mio poetato in Londra ho composte tre opere, due buffe e una seria, che fu, come dissi, la Merope , e che non piacque guari piú che V Isola del piacere dello spagnuolo. Partito esso, partita la Morichelli, venne una donna in suo loco, che non bastava a dar gelosia alla «imperatrice di molte favelle» (I > e che faceva sperare una tregua tra esse e la tranquillitá nel teatro.

Ma per disgrazia non fu cosi. Viveva a Londra in quel tempo un certo Le Texier, uomo di un certo credito nelle faccende teatrali; credito acquistatosi per una singolare abilitá di recitar ei solo delle intere commedie francesi in una specie di teatrino eretto da lui: il che faceva egli con molta grazia ed effetto, cangiando la voce, i tuoni, l’enfasi e qualche volta il vestito. Non si sa se Taylor andò da lui per ottenere qualche danaro, o se Le Texier sia venuto ad offrirglielo sub conditione : il fatto fu che udissi dire improvvisamente: — Le Texier sará il direttore dell’opera. — Taylor allora ebbe due comandanti nella sua armata, che ambivano e pretendevano entrambi di comandar anche a lui. Per qualche tempo si facean guerra secretamente, ma non osavano farsela in palese: l’una sapeva che il suo rivale aveva per protettore Mercurio, dio dell’oro: e l’altro che la sua nemica avea la bella Ciprigna per protettrice. Nel tempo di questa tregua apparente Le Texier imaginú di far un gran colpo tanto nell’animo del pubblico che in quel dell’impresario e de’cantanti; e, come bisognava interessarvi (i) Recitò la Banti, alla sua prima comparsa al teatro di Londra, la Setmramtds di Bianchi con gran successo: indi fu detta «Semiramide».