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Nacque Giacomo Casanova a Venezia, dove, dopo varie vicende, fu per ordine degl’inquisitori di Stato fatto mettere sotto i Piombi, e questo perché certa dama si lagnò, con uno di quel tribunale che le facea il cicisbeo, che Casanova leggesse Voltaire e Rousseau co’ suoi figli. Fuggi da quelle carceri dopo otto o nove anni di prigionia in un modo mirabile. E la storia di quella fuga, che porta per titolo IL nuovo Trenk , si legge generalmente con maraviglia pari al diletto. Vide molte cittá d’Europa, tra le altre Parigi. Tra le innumerabili avventure accadutegli ne’ suoi viaggi, mi piace sceglierne or una, che, divertendo moltissimo i miei lettori, dará ad un medesimo tempo una giusta idea del carattere di un tal uomo. Come le passioni sue erano d’una tempra vivissima ed infiniti i suoi vizi, cosi per lo sfogo di quelle e di questi gli occorreva, come può credersi, molto danaro; e, quando questo occorrevagli, lutto divenia per lui lecito, onde ottenerlo. Essendo egli, dunque, ridotto una volta a poverissimo stato, ebbe casualmente la sorte d’esser presentato a una donna ricchissima, che, sebbene vicina a’ sessanta, amava follemente i begli uomini. Accorgendosi di ciò Casanova, cominciò a vagheggiarla con somma cura, e pretese d’essere eli lei innamoralo. E, perché la buona vecchietta, che pur vedea nel troppo sincero specchio le rughe della fronte e l’argento del crine, pareva credere poco alle sue amorose dichiarazioni, le disse un giorno secretamcnte e con gran mistero ch’egli era assai dotto nell’arte magica e ch ei non solo vedeva lei siccome stata era nell etá fresca, ma c’ne facilissima cosa gli era il far che tutti, anzi ch’ella medesima vedesse cogli occhi propri quel ch’era all’etá di sedici o diciotto anni. Convella ascoltava questa novella con maraviglioso diletto, cosi Casanova, senza perder un momento di tempo, propose di provarle col fatto le maraviglie di si bell’arte. Al che la credula femina consentendo, andò egli immediatamente per vaga cortigianella, la racconciò a modo suo, l’ammaestrò in tutto quel che far doveva, e le promise de’ ricchi doni, se la faccenda riusciva. Fatti allontanar dalle stanze tutti i domestici, si mise la vecchia in una camera secreta ad aspettare il suo giovine Atlante,