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mia, che fu sempre memore delle beneficenze e delle nobili azioni, non può trattener l’espansione della sua gratitudine alla rimembranza della geneiositá e della giustizia di quest’uomo celeste. Io non posso lodarlo abbastanza. Accogliete, signor conte Brigidob), senza ribrezzo questa grata testimonianza d’un uomo che riconosce la conservazion della vita e un risarcimento di onore dalla vostra benefica mano. Senza l’appoggio dell’autoritá e della grazia vostra, io non sarei piú o sarei forse nel disonore. Ci voleva un eccesso di virtú per offrirmelo questo appoggio: voi sapevate che io era in disgrazia del sovrano, e, ad onta di questo, osaste proteggermi e mi salvaste. Le circostanze e il loco dove sono non lasciano né in altri né in voi sospetto d’adulazione: tutto quello ch’io scrivo è un tributo che devo alla mia coscienza e alla grandezza della vostra anima. Io non posso pagarvi che di parole e di fausti augúri.

Non passarono che alcuni giorni, e capitò in Trieste Leopoldo. Corsi sul fatto dal governatore, ed egli cercò, ma invano, d’ottenermi un’udienza. Questo rifiuto m’immerse nell’ultima disperazione. Passai tre giorni e tre notti in continui parossismi di morte. Io era in procinto di coglier qualche momento dei reali passeggi o delle comparse pubbliche di Leopoldo, per presentarmi a lui e domandar giustizia. Io voleva strascinar meco un padre settuagenario con sette sorelle e tre fratelli, che giá da molti anni benedicevano la provvidenza nel frutto de’ miei sudori e che nel mio sacrifizio eransi in ugual modo sacrificati. Il disegno non s’era potuto eseguire, per la lontananza d’una giornata e mezza della mia paterna famiglia. Mentre io ruminava la cosa, sento alla porta della mia camera gridare improvvisamente: — Da Ponte, Da Ponte, l’imperadore vi vuol vedere! — Credeva di sognare. Non era sogno. Era il principe Lichtenstein, che per ordine di Cesare era venuto per me. Corsi quasi fuor di senno al reale albergo. Una folla di popolo attendeva udienza. Appena capitai, l’usciere ordinommi d’entrar (il E probabile che questo uomo benefico non esista piú, alla pubblicazione della mia Vita\ ma la mia gratitudine esiste ed esisterá eternamente ne’miei scritti.