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annali d’anna. 83

fuora li escrementi del cibo; e i devoti da quella materia fumante traggono li auspicii per l’agricultura.

Di queste usanze religiose Anna e Fra Mansueto parlavano, quando giunsero alla foce dell’Alento. L’alveo portava le acque di primavera tra le vitalbe non anche fiorenti. E il cappuccino disse della Madonna dell’Incoronata, dove per la festa di san Giovanni i devoti si cingono il capo di vitalbe, e nella notte vanno su ’l fiume Gizio a passar l’acqua con grandi allegrezze.

Anna si scalzò per guadare. Ella sentiva ora nell’animo un’immensa venerazione d’amore per tutte le cose, per li alberi, per le erbe, per li animali, per tutte le cose che quelle usanze cattoliche avevano santificato. E dal fondo della sua ignoranza e della sua semplicità l’instinto dell’idolatria insorgeva ora, per un fenomeno naturale, pienamente.

Alcuni mesi dopo il ritorno, scoppiò nel paese un’epidemia colerica; e la mortalità fu grande. Anna prestò le sue cure alli infermi poveri. Fra Mansueto morì. Anna n’ebbe molto dolore; e nel 1866, per la ricorrenza della festa, volle prendere congedo e rimpatriare per sempre, poichè vedeva in sogno tutte le notti san Tommaso che