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annali d’anna. 77

cisterna di pietra bianca e nera. Il parlatorio era una stanza bassa, con poche sedie in torno: due pareti erano occupate dalle grate, le altre due da un crocifisso e da imagini. Anna fu subito presa da un senso di venerazione per la pace solenne che regnava in quel luogo. Quando la madre Veronica apparve d’improvviso dietro le grate, alta e severa nell’abito monastico, ella provò un turbamento indicibile come dinanzi all’apparizione di una forma soprannaturale. Poi, rianimata dal buon sorriso dell’abadessa, ella compì il messaggio in brevi parole; depose nel cavo della ruota le scatole, ed attese. La madre Veronica le si rivolse con benignità, guardandola dalli occhi ampi e castanei; le donò un’effigie della Vergine; nel licenziarla le tese la man signorile pe ’l bacio, a traverso la grata, e disparve.

Anna uscì trepidante. Mentre passava il vestibolo, le giunse un coro di litanie, un canto che veniva forse da una cappella sotterranea, ugualissimo e dolce. Mentre passava il cortile vide a sinistra in cima al muro sporgere un ramo carico di aranci. E, come pose il piede su la via, le parve di aver lasciato dietro di sè un giardino di beatitudine.

Allora si diresse verso la strada Orientale per