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44 annali d’anna.

se non per caso egli avesse veduto al paese dei portogalli Luca Minella, il padre. — Non l’aveva veduto? Non stava ancora con quella femmina? — L’uomo rispose che Luca era morto da qualche tempo. — Era vecchio. Poteva campar di più? — Allora Anna contenne le lacrime; volle sapere molte cose. L’uomo le disse molte cose. — Luca aveva strette le nozze con quella femmina; ne aveva avuti due figliuoli. Il maggiore dei due navigava sopra un trabaccolo e veniva qualche volta a Pescara per negozi. — Anna trasalì. Un turbamento indeterminato, una specie di smarrimento confuso le occupava l’animo. Ella non giungeva a ritrovar l’equilibrio e la lucidità del giudizio dinanzi a quel fatto troppo complesso. Ella aveva ora due fratelli dunque? Doveva amarli? Doveva cercare di vederli? Ora che doveva dunque fare?

Così, titubante, tornò a casa. E dopo, per molte sere, quando entravano nel fiume le barche, ella andava lungo lo scalo a guardare i marinai. Qualche trabaccolo portava dalla Dalmazia un carico di asinelli e di cavalli nani: le bestie prendendo terra scalpitavano; l’aria sonava di ragli e di nitriti. Anna, nel passare, batteva con la mano le grosse teste delli asinelli.