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annali d’anna. 35

la Penna spalmavano una carena. Come Anna levò il sostegno delle mani e trasse la corda della cavezza, l’asino per un fallo de’ piedi anteriori stramazzò d’improvviso. La gran macchina delle ossa ebbe uno scricchiolío interno di rotture, e la pelle del ventre e dei fianchi risonò sordamente e palpitò. Le gambe fecero l’atto di correre; per l’urto, dalla genciva uscì un poco di sangue e tra i denti si diffuse.

Allora la donna si mise a gridare andando verso la casa. Ma i calafati, sopraggiunti, in conspetto dell’asino giacente ridevano e motteggiavano. Uno di loro percosse co ’l piede il ventre del moribondo. Un altro gli afferrò le orecchie e gli sollevò il capo che ricadde pesantemente a terra. Li occhi si chiusero; qualche brivido corse fra il pelame bianco del ventre aprendone le spighe, come un soffio; una delle gambe di dietro battè due o tre volte nell’aria. Poi tutto fu immobile; se non che nella spalla ov’era un’ulcera, si produsse un lieve tremito, simile a quello che per la molestia d’un insetto avveniva dianzi volontario nella carne vivente. Quando Anna tornò su ’l luogo, trovò i calafati che tiravano per la coda la carogna, e cantavano un Requiem con false voci asinine.

Così Anna rimase in solitudine; e per lungo