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28 annali d’anna.

chè l’esalazione dei dormienti le dava la nausea. Ma, determinata a resistere e a soffrire pe ’l bene dell’anima, vinta dalla stanchezza, piegò alfine il capo. Su l’alba si destò. L’aspettazione cresceva nelli animi delli astanti e altra gente sopraggiungeva: in ciascuno ardeva il desiderio d’essere primo a vedere l’Apostolo. Fu aperto il cancello esterno; e il romore dei cardini risonò nitidamente nel silenzio, si ripercosse in tutti i cuori. Fu aperto il secondo cancello, poi il terzo, poi il quarto, il quinto, il sesto, l’ultimo. Parve allora come una tromba d’uragano investisse la moltitudine. La massa delli uomini si precipitò verso il tabernacolo: grida acute squillarono nell’aria mossa da quell’impeto; dieci, quindici persone rimasero schiacciate e soffocate; una preghiera tumultuaria si levò.

I morti furono tratti fuori all’aperto. Il corpo di Francesca, tutto contuso e livido, fu portato alla famiglia. Molti curiosi in torno si accalcarono; e i parenti gemevano compassionevolmente.

Anna, quando vide la madre distesa su ’l letto tutta violacea nella faccia e macchiata di sangue, cadde a terra senza conoscenza. Poi, per molti mesi fu tormentata dall’epilessia.