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la fine di candia. 237

ceva più della prima, tanto più ch’ella si sentiva capace di quel sotterfugio. ‟Come discolparsi ora? Come chiarire la verità?” Ella si disperava, pensando di non poter addurre in discolpa difficoltà materiali che avessero potuto impedire l’esecuzione dell’inganno. L’accesso al cortile era facilissimo: una porta, non chiusa, corrispondeva al primo pianerottolo della scalinata grande; per togliere l’immondizie o per altre bisogne una quantità di gente entrava ed usciva liberamente da quella porta. Dunque ella non poteva chiudere la bocca alli accusatori dicendo: ‟Come avrei fatto ad entrare?” I mezzi per condurre a termine l’impresa erano molti ed agevoli; e su questa agevolezza si fondava la credenza popolare.

Candia allora cercò differenti argomenti di persuasione; aguzzò l’astuzia; imaginò tre, quattro, cinque casi diversi per spiegare come mai si trovasse il cucchiaio nella buca del cortile; ricorse ad artifizi e a cavilli d’ogni genere; sottilizzò con una ingegnosità singolare. Poi si mise a girare per le botteghe, per le case, cercando in tutti i modi di vincere l’incredulità delle persone. Le persone ascoltavano quei ragionamenti capziosi, dilettandosi. In ultimo dicevano:

‟Va bene! Va bene!”