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la fine di candia. 227

case di Sant’Agostino, s’ingrandì: non si trattava più di un semplice cucchiaio, ma di tutta l’argenteria di casa Lamonica.

Ora, come il tempo era bello e su la loggia le rose cominciavano a fiorire e due lucherini in gabbia cantavano, le comari si trattennero alle finestre per il piacere di ciarlare al bel tempo, con quel dolce calore. Le teste femminili apparivano tra i vasi di basilico e il ciaramellío pareva dilettare i gatti in su le gronde.

Donna Cristina disse, congiungendo le mani:

‟Chi sarà stato?”

Donna Isabella Sertale, detta la Faina, che aveva i movimenti lesti e furtivi di un animaletto predatore, chiese con la voce stridula:

‟Chi ci stava con voi, Donna Cristí? Mi pare che ho visto ripassare Candia....”

‟Aaaah!” esclamò donna Felicetta Margasanta, detta la Pica per la sua continua garrulità.

‟Ah!” ripeterono le altre comari.

‟E non ci pensavate?”

‟E non ve n’accorgevate?”

‟E non sapete chi è Candia?”

‟Ve lo diciamo noi chi è Candia!”

‟Sicuro!”

‟Ve lo diciamo noi!”