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turlendana ritorna. 221


L’interrogato sollevò il capo dal piatto; e rispose, semplicemente:

‟Io mi chiamo Turlendana.”

‟Che?”

‟Turlendana.”

‟Ah!”

La stupefazione dell’oste non ebbe più limiti. E insieme una specie di vago sbigottimento cominciava a ondeggiare in fondo all’animo di lui.

‟Turlendana!... Di qua?”

‟Di qua.”

Verdura dilatò i grossi occhi azzurri in faccia all’uomo.

‟Dunque non siete morto?”

‟Non sono morto.”

‟Dunque voi siete il marito di Rosalba Catena?”

‟Sono il marito di Rosalba Catena.”

‟E ora?” esclamò Verdura, con un gesto di perplessità. ‟Siamo due.”

‟Siamo due.”

Un istante rimasero in silenzio. Turlendana masticava l’ultima crosta d’un pane, tranquillamente; e si udiva nel silenzio lo scricchiolio leggero. Per una naturale benigna incuranza dell’animo e per una fatuità gloriosa, Verdura non