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172 la contessa d’amalfi.

il paese a divulgare la novella, di famiglia in famiglia.

E la novella, divulgata, mise a remore Pescara. Verso sera, co ’l fresco della marina e con la luna crescente, tutti i cittadini uscirono per le vie e per le piazzette. Il chiaccherío fu infinito. Il nome di Violetta Kutufà correva su tutte le bocche. Don Giovanni Ussorio non fu veduto.

II.

Violetta Kutufà era venuta a Pescara nel mese di gennaio, in tempo di carnevale, con una compagnia di cantatori. Ella diceva d’essere una greca dell’Arcipelago, di aver cantato in un teatro di Corfù al conspetto del re delli Elleni e di aver fatto impazzire d’amore un ammiraglio d’Inghilterra. Era una donna di forme opulente, di pelle bianchissima. Aveva due braccia straordinariamente carnose e piene di piccole fosse che apparivano rosee ad ogni moto; e le piccole fosse e le anella e tutte le altre grazie proprie di un corpo infantile rendevano singolarmente piacevole e fresca e quasi ridente la sua pinguedine. I lineamenti del volto erano un po’ volgari: li occhi castanei, pieni di pigrizia; le labbra grandi, piatte e come schiac-