Pagina:D'Annunzio - San Pantaleone, 1886.pdf/166

158 il commiato.

fredde. Non può più bere: non può più inghiottire; non può più dormire....”

La femmina singhiozzava. Li uomini febbricitanti guardavano con occhi pieni di una immensa prostrazione. Ai singhiozzi i due giovinastri fecero un atto d’impazienza.

‟Venite, venite!” disse Andrea ad Elena, prendendole il braccio, dopo aver lasciato su ’l tavolo una moneta. E la trasse fuori.

Insieme, tornarono verso il ponte. Il corso dell’Aniene ora andavasi accendendo ai fuochi dell’occaso. Una linea scintillante attraversava l’arco; e in lontananza le acque prendevano un color bruno ma pur lucido, come se sopra vi galleggiassero chiazze d’olio o di bitume. La campagna accidentata, simile ad una immensità di rovine, aveva una general tinta violetta. Verso l’Urbe il cielo cresceva in rossore.

‟Povera creatura!” mormorò Elena con suono profondo di misericordia, stringendosi al braccio d’Andrea.

Il vento imperversava. Una torma di cornacchie passò nell’aria accesa, in alto, schiamazzando.

Allora, d’improvviso, una specie di esaltazione sentimentale prese l’anima di quei due, in con-