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144 la morte di sancio panza.


‟E il medico quando viene?” chiese, con la voce impaziente, Vittoria, la figlia minore; che aveva una faccia di giovine bertuccia, tutta bianca di cipria e su la fronte una larga frangia di capelli rossi.

L’infermo a tratti metteva una specie di gemito fioco aprendo li occhi e volgendo in torno lo sguardo supplichevole, uno sguardo lento e dolce, fatto più umano dall’increspamento nervoso delli angoli delle palpebre e da due linee brune che li umori sgorganti avevano segnato sotto le orbite. E come Donna Letizia tentava fargli prendere un cucchiaio di zuppa ristoratrice, egli agitava fuor della bocca la lingua flessibile in tutti i sensi per lo sforzo dell’inghiottire è non poteva chiudere le mascelle irrigidite.

Allora si udì nell’anticamera la voce del dottore Zenzuino che era finalmente salito. Ed entrò nella stanza un signore dalla bella faccia lucida di giovialità e di sanità.

‟Oh Don Giovanni, guarite Sancio! Sta per morire” esclamò una voce flebile.

Il medico guardò in torno tutta quella dolente famiglia che egli aveva nutrita d’arsenico, di ferro e d’olio ferruginoso e d’acqua di Levico per tanti anni in vano; ed ebbe un lieve lampo di sorriso