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116 la siesta.


Così Donna Laura, chiusa in questa specie di mondo interiore che ogni giorno più assumeva le apparenze della vita, passò li anni, molti anni, sino alla vecchiezza. Tante volte aveva chiesto all’antico amante notizie del figliuolo. Ella avrebbe voluto rivederlo, sapere il suo stato.

‟Ditemi dov’è, almeno. Vi prego.”

Il marchese, temendo un’imprudenza, si rifiutava. — Ella non doveva vederlo. Ella non avrebbe saputo contenersi. Il figlio avrebbe indovinato tutto; si sarebbe valso del segreto per i suoi fini; avrebbe forse rivelato ogni cosa.... No, no, ella non doveva vederlo.

Donna Laura, dinanzi a queste argomentazioni d’uomo pratico, rimaneva smarrita. Ella non sapeva imaginarsi che la sua creatura fosse cresciuta, fosse già adulta, fosse già presso al limitare della vecchiaia. Oramai erano passati circa quarant’anni dal giorno della nascita; eppure ella nel suo pensiero non vedeva che un bambino, roseo, con li occhi ancora chiusi.

Ma il marchese di Fontanella venne a morire.

Quando Donna Laura seppe la malattia del vecchio, fu presa da un’angoscia così penosa che una sera, non potendo più resistere allo spasimo, uscì sola, si diresse verso la casa dell’infermo, perchè un pensiero tenace la sospingeva, il pensiero del