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98 l’idillio della vedova.

rere il rosario lentamente. Alcune stille di sudore le imperlavano la fronte, e la respirazione le era faticosa.

Emidio, dopo un poco, domandò:

‟A che ora verranno a prenderlo, domani?”

Ella rispose, nel natural suono della sua voce:

‟Alle dieci, con la congregazione del Sacramento.”

Quindi ancora tacquero. Dalla campagna giungeva il gracidare assiduo delle rane, giungevano a quando a quando li odori delle erbe. Nella tranquillità perfetta Rosa udì una specie di gorgoglio roco escir dal cadavere, e con un atto di orrore si levò dalla sedia, e fece per allontanarsi.

‟Non abbiate paura, Rosa. Sono umori,” disse il cognato, tendendole la mano per rassicurarla.

Ella prese la mano, istintivamente; e la tenne, stando in piedi. Tendeva li orecchi per ascoltare, ma guardava altrove. I gorgoglíi si prolungavano dentro il ventre del morto, e parevano salire verso la bocca.

‟Non è nulla, Rosa. Quietatevi,” soggiunse il cognato, accennandole di sedere sopra un cassone da nozze coperto d’un lungo cuscino a fiorami.

Ella sedette, a canto a lui, tenendolo ancora