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l’idillio della vedova. 97


Emidio Mila, il cherico, poteva avere circa la stessa età. Era magro, con nel volto il colore bronzino di chi vive nella campagna al pieno sole. Una molle lanugine rossiccia gli copriva le guance; i denti forti e bianchi davano al suo sorriso una bellezza virile; e li occhi suoi giallognoli lucevano talvolta come due zecchini nuovi.

Ambedue tacevano: l’una scorrendo con le dita un rosario di vetro, l’altro guardando il rosario scorrere. Ambedue avevano l’indifferenza che la nostra gente campestre suole avere dinanzi al mistero della morte.

Emidio disse, con un lungo respiro:

‟Fa caldo, stanotte.”

Rosa sollevò li occhi, per assentire.

Nella stanza un poco bassa la luce oscillava secondo i moti della fiammella che ardeva nell’olio d’una lampada di ottone. Le ombre si raccoglievano ora in un angolo ora in una parete, variando di forme e di intensità. Le vetrate della finestra erano aperte, ma le persiane restavano chiuse. Di tratto in tratto le tende di mussolo bianco si movevano come per un fiato. Su ’l candore del letto il corpo di Biagio pareva dormire.

Le parole di Emidio caddero nel silenzio. La donna chinò di nuovo la testa, e ricominciò a scor-