Pagina:D'Annunzio - San Pantaleone, 1886.pdf/101


annali d’anna. 93

canza dei denti; e i suoi capelli cadevano, i suoi occhi erano già torbidi come quelli dei vecchi giumenti che stanno per morire.

Una volta, di maggio, mentre ella soffriva deposta sotto il portico e le suore in torno coglievano per Maria le rose, le passò dinanzi la testuggine che ancora traeva la sua vita pacifica e innocente nel verziere claustrale. La vecchia vide quella forma muoversi e a poco a poco allontanarsi. Nessun ricordo le si destò nella conscienza. La testuggine si perse tra i cespi dei timi.

Ma le suore consideravano la imbecillità e la infermità della donna come una di quelle supreme prove di martirio a cui il Signore chiama li eletti per santificarli e glorificarli poi nel paradiso; e circondavano di venerazione e di cure l’idiota.

Nell’estate del 1881 alcune sincopi precedettero la morte. Consunto dal marasmo, quel miserabile corpo omai nulla più conservava di umano. Lente deformazioni avevano viziata la positura delle membra; tumori grossi come pomi sporgevano sotto un fianco, su una spalla, dietro la nuca.

La mattina del 10 settembre, verso l’ottava ora, un sussulto della terra scosse dalle fondamenta Ortona. Molti edifici precipitarono, altri furono offesi nei tetti e nelle pareti, altri s’inclinarono e