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DELLE LAUDI - LIBRO


immemore dei sonni e degli scorni
quand’ella mendicava il suo preconio
42dal ciompo, tempestando il pan ne’ forni,

e la pace era femmina da conio
che per ruffian s’avea qualche Bonturo
45e un Zanche per mezzano al mercimonio.

Giorni senz’alba, il rullo del tamburo,
lo squillo della tromba, e questa sorte
48che turbina alle soglie del futuro,

vi disperdono. Tuonano sì forte
le volontà, che nella rossa aurora
51non s’ode il crollo delle cose morte.

Ecco il giorno, ecco il giorno della prora
e dell’aratro, il giorno dello sprone
54e del vomere. O uomini, ecco l’ora.


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