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96 | L’ARMATA D’ITALIA |
zione nello stato molecolare del metallo e quindi una diminuzione nella forza di resistenza: la rovina.
Né il macchinista soltanto è il martire, là dentro. Tutti, là dentro, sono martiri. Non la fatica indefessa, non lo scotimento della barca, non l’ardore delle macchine e delle caldaie, non la spruzzaglia incessante e i colpi di mare, non la soffocazione nelle torri chiuse e nelle camere interne, nulla deve abbattere la volontà. La forza non ha da scemare, l’energia non ha da vacillare, la serenità della mente non ha da mutare.
La virtù de’ nostri marinai ha già dato gran lume, su le torpediniere. Vi furono nelle passate manovre, interi equipaggi che per quattro o cinque giorni di sèguito non dormirono. Finché la necessità è sopra, finché è viva la emulazione, le membra obbediscono. Appena cessano per un momento gli stimoli, le membra si piegano e non