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la sordomuta 293

petete la domanda tenendo bene il vostro viso davanti al suo.

Il padre, guardandola bene in faccia, ripeté: - Sei contenta che tuo padre sia ritornato? che non se ne vada più via?

La ragazza, che gli aveva guardato attenta le labbra, cercando anche di vedergli dentro alla bocca, rispose francamente:

- Sì, so-no contenta, che sei tor-na-to, che non vai via.... mai più.

Il padre l’abbracciò impetuosamente, e poi in fretta e in furia, per accertarsi meglio, la affollò di domande.

- Come si chiama la mamma?

- An-tonia.

- Come si chiama la tua sorella piccola?

- A-de-laide.

- Come si chiama questo collegio?

- Dei sor-do-muti.

- Quanto fa due volte dieci?

- Venti.

Mentre credevamo che ridesse di gioia, tutt’a un tratto si mise a piangere. Ma era gioia anche quella.

- Animo, - gli disse la maestra, - avete motivo di rallegrarvi, non di piangere. Vedete che fate piangere anche la vostra figliuola. Siete contento, dunque?

Il giardiniere afferrò la mano alla maestra e gliela baciò due o tre volte dicendo: - Grazie, grazie, cento volte grazie, mille volte grazie, cara signora maestra! E mi perdoni che non le so dir altro!

- Ma non solo parla, - gli disse la maestra; - la vostra figliuola sa scrivere. Sa far di conto.