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regione d’Italia, vi avevan destata il gran Federico di Svevia e la sventurata sua progenie? I due regni furon riuniti sotto la lunga dominazione della casa Austriaca di Spagna. In que’ tempi appunto Napoli incominciò ad ingrandirsi, ed è divenuta una capitale immensa, la quale per sussistere ha bisogno del fromento e piú dell’olio delle province lontane che bagna l’Adriatico, ed il commercio delle quali non si può comodamente esercitare, né la capitale potrebbe comodamente sussistere, senza il libero passaggio per lo stretto di Messina. E si aggiunga che di quello stretto il vero padrone è colui che possiede la Sicilia, poiché egli vi tiene in Messina ampio e comodo porto, mentre dalla parte delle Calabrie non vi sono che picciole e mal sicure rade.

Avea il re nel Regno stesso non pochi partigiani, i quali amavano l’antico governo in preferenza del nuovo; ed in qual rivoluzione non si trovano tali uomini? Vi erano molte popolazioni in aperta controrivoluzione, perché non ancora avean deposte quelle armi che avean prese, invitate e spinte da’ proclami del re; altre pronte a prenderle, tostoché, rinvenute una volta dallo stupore che loro ispirava una conquista sí rapida ed accorte della debolezza della forza francese, avessero ritrovato un intrigante per capo ed un’ingiustizia, anche apparente, del nuovo governo per pretesto di una sollevazione.

Il numero di coloro che eran decisi per la rivoluzione, a fronte della massa intera della popolazione, era molto scarso; e, tosto che l’affare si fosse commesso alla decisione delle armi, era per essi inevitabile soccombere. Eccone un esempio nella provincia di Lecce, dove la sollevazione fu prodotta da un accidente che, per la sua singolaritá, merita d’esser ricordato.

Trovavansi in Taranto sette emigrati còrsi, che si erano colá portati a causa di procurarsi un imbarco per la Sicilia. I continui venti di scirocco, che impediscono colá l’uscita dal porto, impedirono la partenza de’ còrsi, i quali loro malgrado furono presenti allorché fu in Taranto proclamata la repubblica. E, dubitando di poter essere arrestati e cader nelle mani dei francesi, sen partirono la notte degli 8 febbraio 1799 e si