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anzi come conditio sine qua non dell’equilibrio europeo. Anche sul Lomonaco c’è dunque una discreta letteratura: senonché non infastidirò il lettore con lunghe citazioni, limitandomi a rimandare a una buona monografia del dottor Giulio Natali1, pubblicata in questi giorni, nella quale, fornita in principio di un’ampia bibliografia, si potranno agevolmente rintracciare tutte le indicazioni occorrenti.

Quando fu scritto e pubblicato per la prima volta il Rapporto? Certamente nel 1800; ma fissare la data con maggiore precisione non è possibile, per la ragione che né al Natali, né a me, né a quanti si sono occupati del Lomonaco è stato dato di rintracciare un esemplare della prima edizione. Il Natali (come già prima il Bertaux2) pone la data di composizione e pubblicazione dopo il 14 giugno 1800, fondandosi sull’accenno che è nel Rapporto alla vittoria di Marengo (e avrebbe anche potuto porla dopo il 19 giugno, per l’altro accenno alla vittoria del Moreau ad Hochstet). La cosa è assai probabile: si potrebbe anzi agevolmente congetturare che il Rapporto sia frutto di quel movimento degli esuli napoletani contro il Méjean, che Cesare Paribelli riattivò verso l’agosto 18003. Senonché potrebbe anche darsi che l’accenno a Marengo e a Hochstet fosse proprio una delle aggiunte, annunziate nel frontespizio, della seconda edizione, e (cosa assai meno verisimile) che il Lomonaco scrivesse indipendentemente dall’impulso del Paribelli. Arzigogolare quando mancano i documenti è tempo perso: sicché bisogna contentarsi, prudentemente, di asserire che il Rapporto non è anteriore al maggio 1800, epoca in cui il Carnot successe al Berthier nel ministero della guerra.

Della seconda edizione del Rapporto «corretta ed accresciuta dall’autore» (rarissima) conosco tre esemplari: uno dell’Ambrosiana di Milano, un altro della Vittorio Emanuele di Roma, il terzo della Società napoletana di storia patria. Sono centoventi paginette in 8°, che recano, come la prima ediz. del Saggio del Cuoco, la data:

    (Croce, Studi cit., p. 330, in nota, in cui è anche la bibliografia sulla storia dell’idea unitaria). L’importanza del Colpo d’occhio sta in questo: che il L. vi si fa banditore di un’idea ormai diventata concreta e collettiva (Croce, l. c.).

  1. Giulio Natali, La vita e il pensiero di F. L., monografia premiata dalla R. Accademia di scienze morali e politiche della Soc. reale di Napoli (Napoli, 1912).
  2. Arch. stor. nap., xxiv, 476.
  3. Croce, p. 354 sgg.