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290 rapporto al cittadino carnot


L’apologia dí Méjan, che ha per oggetto di dare all’accusa di Bocquet il colorito della calunnia, è rimasta senza risposta. Sicché io, armato del santo zelo della veritá, imprendo a dimostrare la falsitá delle sue asserzioni. Non crediate, cittadino ministro, che nella breve storia de’ fatti, de’ quali farò l’analisi, io voglia improntare i fiori dell’eloquenza. Non farò altri sforzi che quelli di mettere in prospettiva, con franchezza e con coraggio, i reali e principali anelli della catena degli avvenimenti; e mi protesto innanzi al cielo ed alla terra che, conservando il posto di repubblicano, non mi avvilirò a profferire la menoma menzogna. È la lingua di Catilina traditore quella che vacilla e palpita innanzi al senato; ma Cicerone, agguerrito degli augusti sentimenti de’ quali è infiammato, è chiaro ed ardito nell’esporre le trame dell’empio parricida.

Si scusa in sulle prime Méjan di non aver potuto dare aiuto a’ patrioti napoletani, quando lottavano cogl’insorgenti, per essergli di ostacolo le istruzioni di Macdonald, che lo avea, secondo egli dice, incaricato della semplice e sola difesa del forte Sant’Elmo. Io non cerco di penetrare i segreti di Macdonald. So solamente che, quando questo generale partí di Napoli, assicurò il governo che la repubblica restava sicura sotto la salvaguardia de’ francesi. Abrial tenne lo stesso linguaggio; anzi soggiunse che, nel caso di un rovescio, i francesi avrebbero trasportati sulle loro spalle i repubblicani. Queste parole enfatiche confermarono vie piú tutti nella certa idea che, nel diluvio delle calamitá, l’arca della salute era affidata a Méjan.

Ma si ammettano in suo favore le intenzioni di Macdonald; io gli ricordo ch’egli trasgredí una volta le pretese istruzioni, quando, per mettere un pugno di francesi alla testa de’ patrioti, che andavano a spargere il sangue per la salute della patria, volle in prezzo del beneficio la somma di quattordicimila ducati. Perché non s’interessò per lo appresso a porgere la benefica mano ai repubblicani, precisamente allorché gl’insorgenti minacciavano le porte della capitale? La soluzione del problema è chiara. Non era la forza imponente del nemico quella che facea