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gl’insorgenti, e questi, ridotti tutti in Napoli e non padroni cosí facilmente di Sant’Elmo, sarebbero stati assediati essi stessi. Forse il momento, in cui gl’insorgenti entravano in Napoli, sarebbe stato quello che avrebbe distrutta l’insorgenza; forse la repubblica avrebbe vinto ancora, forse sarebbe salva..., o almeno, ed in ciò non vi caderá dubbio, sarebbero salvi i repubblicani.

p. 187, v. 16, dopo «viva il re» è apposta la nota: I due officiali, che diedero i primi l’esempio di viltá, furono Guastaferri e... quasi vorrei dirlo: perché nascondere i loro nomi? La maggior gloria della repubblica napoletana è appunto che tra tante migliaia di patrioti non conta che cinque soli deboli.

p. 187, v. 32: Non si sa qual fato avesse distolto gli animi dall’esecuzione di questa sentenza, che pure era la migliore. Si vuole che Méjan, comandante le forze francesi in Sant’Elmo, vi si fosse opposto. Se Méjan avea giá venduto il forte e la cittá a Carolina, al certo la sua premura dovea esser quella di consegnarle tutt’i patrioti senza lasciarne fuggire neppur uno. Intanto Napoli era in preda al saccheggio, agl’incendi, al massacro: l’ira, la vendetta, lo spirito di partito, il furore piú generale della rapina, comunicato ad una massa immensa di popolo, produr doveano effetti terribili; tanto piú quanto che coloro i quali comandavano, invece di frenare il popolo, lo aizzavano. Il popolo napoletano è naturalmente buono; ma, caldo come il clima che abita e pieno di sensibilitá, che un governo prudente farebbe divenir utile alla patria, rassomiglia al Vesuvio nelle sue esplosioni. Ruffo vedeva le stragi e le approvava, o almeno le permetteva; ma Ruffo, ad onta della porpora, onde appariva rivestito, non era che un capo di briganti. E voi, inglesi, voi che vi chiamate i piú colti, i piú buoni tra’ popoli, voi stessi permetteste, voi vedeste, voi anche eccitaste tali orrori. Méjan riposava indolente sopra Sant’Elmo, dividendo il suo tempo tra la voluttá ed il gioco. Potea contenere il popolo a dovere; dovettero pure le grida de’ sventurati, che erano massacrati, salir fino a lui; dovette vedere scorrerne il sangue ed arder que’ roghi, dove si cuocevano le membra degl’infelici uccisi, che il popolo mangiava: diviso tra la voluttá ed il giuoco, non curò neanche di rivolgerci uno sguardo: poteva riparare a tanti mali, e non curò di farlo.