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mai venire in Napoli. I. ministri furono: 1° dell’interno, De Filippis; 2° di giustizia e polizia, Pigliacelli; 3° di guerra, marina ed affari esteri, Manthoné; 4° di finanze, Macedonio. Tra i membri della commissione legislativa vi furono sempre Pagano, Cirillo, Galanti, Signorelli, Scotti, De Tommasi, Colangelo, Coletti, Magliani, Gambale, Marchetti... Gli altri si cambiarono spesso, e noi non li riferiremo; tanto più che, nello stato in cui era allora la nostra nazione, poco potea il potere legislativo, e tutto il bene e tutto il male dipendeva dall’esecutivo.

Con ciò Abrial volle darci la forma della costituzione prima di avere una costituzione, e con ciò rese i poteri inattivi, e discordi i poteri dei cittadini. Questo involontario errore fu cagione di non piccoli mali, perché la divisione de’ poteri ci diede la debolezza nelle operazioni in un tempo appunto in cui avevamo bisogno dell’unità e dell’energia di un dittatore; ch’egli per altro non poteva darci, perché, incaricato di eseguire le istruzioni del Direttorio francese, avrebbe ben potuto modificare in parte gli ordini che si trovavano in Francia stabiliti, ma non mai cangiarli intieramente. Talché tutti i fatti ci conducono sempre all’idea, la quale dir si può fondamentale di questo Saggio: cioè che la prima norma fu sbagliata, ed i migliori architetti non potevano innalzar edificio che fosse durevole.


XL


SALE PATRIOTICHE


Taluni credevano che col mezzo delle sale patriotiche si potesse «attivare» la rivoluzione; e furono perciò stabilite. Ma come mai ciò si potea sperare? Io non veggo altro modo di attivare una rivoluzione che quello d’indurci il popolo: se la rivoluzione è attiva, il popolo si unisce ai rivoluzionari; se è passiva, convien che i rivoluzionari si uniscano al popolo, e, per unirvisi, convien che si distinguano il meno che sia possibile. Le sale patriotiche, e nell’uno e nell’altro caso, debbono essere le piazze.