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ed il minimo nell’ima e nell’altra, conoscere i veri rapporti tra quella e questa, ecco ciò su di cui Rii uomini non potevano mai esser di accordo, perché dipendeva dalle sensazioni, dalle opinioni, dagli ordini pubblici e privati, che cangiano in ogni etá e son diversi nelle diverse regioni. Ecco ciò che ha di proprio la filosofia moderna.

La piú grande e la piú utile veritá, che essa ci abbia insegnata, è stata che la severitá delle pene è inutile ad impedire, a minorare i delitti ; e dobbiamo la dimostrazione di questa veritá a quella scienza a cui ne dobbiamo tante altre, a quella scienza che noi realmente abbiam coltivata meglio degli antichi, a quella scienza che moltissimi disprezzano sol perché non conoscono, alla scienza dell’ideologia. Si è conosciuto, per essa, che la forza delle pene è nella sensazione delle medesime e che la forza delle sensazioni si indebolisce coll’abito; che li troppo frequentemente ripetuti esempi di pene troppo atroci non fanno altro che render gli animi del popolo piú feroci ed esaurire in breve tempo tutta la forza coattiva di un governo.

L’abuso delle pene ha estinto negli uomini l’orrore per li delitti. È noto nella storia il fatto di quella donna, la quale, leggendo la vita di Enrico quarto scritta da monsieur de Perefixe, si mise a pianger dirottamente. — Per chi piangete dunque? — le domandò un amico, il quale credeva che le rispondesse di pianger per Enrico. — No, signore — gli rispose la donna: — piango per quell’infelice di Ravaillac. — Questo esempio è stato addotto per prova della sensibilitá delle donne: io credo che esso indica la natura di tutti gli uomini.

Io paragono i due secoli. Un mostro simile a Ravaillac ha attentato nei nostri giorni con una macchina infernale a giorni piú cari di quelli di Enrico a piú gran parte dell’ Europa. Nel Journal des débats , i compilatori del quale pare che altro disegno non abbiano che di respinger 1’ Europa al secolo decimosesto, giá si parlava di fiamme, di rote, di ... Ma l’opinione pubblica alzò un grido in difesa del secolo di Beccaria, di Montesquieu e di Servan. Quando io paragono questo avvenimento a quello di Enrico e di Luigi decimoquinto, dico tra