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che i cancellieri di tali diplomi sono sempre i chierici ed i vescovi. Quindi è che tra le varie attribuzioni di quei che chiamansi «grandi offici» di tutte le corone, e che hanno un’origine simile presso tutti i popoli dell’ Europa, quelle del gran cancelliere furon sempre gli affari esteri, la custodia della giurisdizione interna, l’amministrazione della giustizia; tutte quelle cose insomma nelle quali era piú necessario il saper leggere e scrivere, unica scienza che allora si avesse e che i preti soli possedevano. Le prime leggi delle nazioni non sono che gli usi delle etá piu antiche. I chierici si trovarono alla testa di quasi tutta l’amministrazione della giustizia, e credettero aver diritto di giudicare finanche i re. Perché crediamo noi diverse le cose che sono simili? I Merovingi diedero il supremo comando delle truppe ai maestri di palazzo, e questi detronizzarono i Merovingi. Carlo Magno diede ai chierici quasi tutta l’amministrazione della giustizia, ed i vescovi giudicarono e deposero suo figlio. 3 . In secoli ferocissimi ed ignorantissimi, quel poco di virtú e di sapienza, che ancor rimaneva, era negli ecclesiastici. Essi predicavano l’umanitá e la libertá. Dobbiamo ad un pontefice quello che non ha potuto ottener la filosofia: la dichiarazione solenne che la schiavitú fosse contraria alla religione. Dobbiamo ai papi gli utili anatemi coi quali impedirono maggiori oppressioni e desolazioni maggiori. Essi introdussero e moltiplicarono le feste; ed il precetto di astenersi dalle opere servili indica bene (ad onta che col tempo l’opera servile siasi confusa coll’utile lavoro) che il loro fine era quello di concedere un momento di riposo al maggior numero degli uomini, che allora eran servi e seminavano in una terra non propria quel formento che nasceva e si mieteva per la mensa altrui. Allora le feste erano istituzione di umanitá; oggi il moltiplicarle sarebbe desiderio di ozio funesto. Ai pontefici dobbiamo le «paci di Dio», primo ed unico mezzo di frenare quei nostri Achilli franchi, sassoni, longobardi, i quali non conoscevano altra legge che quella della spada, né altra industria che quella d’una guerra eterna e crudele. Senza la influenza de’ papi, i mali dell’Europa sarebbero stati e piú lunghi e piú gravi. Per l’infelicitá