Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/62

Or tutti coloro che ancora desiderano gl’imperatori non vedono che sono essi stessi quelli che hanno perduto l’impero? Molto tempo prima di perdere il regno, eran divenuti indegni di regnare. Se essi avessero avuto e mente e cuore e braccio, non mai l’Italia sarebbe stata tante volte saccheggiata; non mai essi avrebbero perduto l’impero. Qual è intanto il dovere dell’uomo dabbene? Quello di amar sempre la patria e sostener quegli ordini che vi si trovano. Ma la sola patria è eterna: gli ordini sono passaggieri. Che se essi, senza nostra colpa, si cangiano, qual dovere rimane? Quello di continuare ad amar la patria e migliorar gli ordini nuovi colla fede, col consiglio, coll’opera. II lottar contro i medesimi per vano desiderio degli antichi è lo stesso che voler cozzare col fato, voler vendicare sulla nazione le offese fatte ai privati, voler distruggere la patria, la quale non si conserva che colla concordia, e, distruggendo la patria, distrugger se stesso. E tutto ciò non è da stolto, da vile, da traditore? il — Tu vedi dunque — continuò Cassiodoro — che coloro i quali piangono la perdita degli antichi imperatori sono stolti. Né meno stolti sono quegli altri i quali piangono la perdita ili quegli antichi comodi che godevan sotto gl’imperatori. Un senatore di Roma ti dirá che mal soffre un re, il quale tutto fa servire alla guerra e minaccia ogni giorno ritrarre i patrizi da quell’ozio che essi chiaman beato e che contan tra li principali privilegi di un uomo che succede a Fabio, a Scipione, a Marcello. — Stolti! — ho detto loro molte volte. — Marcello, Scipione e Fabio, quella sede, in cui siete, difesero, ornarono, ampliarono col valore del loro braccio; né, quando i Galli presero ed arsero Roma, Camillo pensò che tra i privilegi di un consolare eravi quello di non battersi contro i nemici della patria. Guai a voi se lo avesse pensato! Ma, dopo che le ricchezze dell’Asia ebbero corrotti i pubblici costumi, e nelle famiglie de’ proconsoli entrarono, forsi per vendicare la terra conquistata, il fasto ed i vizi dei re, i patrizi romani incomin-