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Quando le potenze veramente preponderanti eran due, era facile alla piú debole intimorir le altre suH’ambizione del piú forte. Se oggi si grida: — La Francia minaccia nuove conquiste, — si risponde che tutte le altre ne minacciano egualmente, perché hanno eguali e forse maggiori facilitá a farne. È forse piú facile alla Francia farne in Europa che all’ Inghilterra nell’India, alla Russia nella Persia, nella China, nella Turchia? Mentre in Europa si disputa tanto sull’equilibrio, una compagnia di commercianti privati si fa cedere dai maratti l’estensione di un regno; alcuni governatori delle provincie asiatiche della Russia prendono il Ghilan, Erzerum, Tauris con tanta facilitá che le operazioni loro non meritano neanche il nome di operazioni militari, e la gazzetta di corte di Pietroburgo appena ne fa un cenno, come di una spedizione di gendarmi contro qualche malvivente che infesta una campagna. Che parliamo dunque di equilibrio? L’ambizione negli uomini e ne’ governi è eguale; e, se il disquilibrio viene non dalla volontá ma dal potere, si potrá dire che la possibilitá d’ingrandirsi sia minore nella Russia e nell’Inghilterra che nella Francia? Che importa alle potenze di secondo ordine che questo ingrandimento sia in Europa o nell’Asia, incominci dall’oriente o dall’occidente? vili Continuando ad esaminare Io stato d’Europa, nelle potenze di secondo ordine si ravvisa un cambiamento politico maggiore, per cui la ragion di Stato di ciascheduna è diversa di quella che era prima.

L’impero germanico esiste solo di nome. Il numero de’ principi, che lo componevano, è divenuto minore; la potenza di ciascuno di essi è cresciuta. Non esistono piú i principi ecclesiastici. Minore in conseguenza è divenuta l’influenza centrale del capo sugli Stati ecclesiastici. La Dieta ha cangiato interamente natura. I tre collegi sussistono ancora, ma in realtá non ne formano che un solo: poiché, ristretti quasi tutti i voti de’ principi tra coloro che sono elettori, la maggioranza in questo