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le basi della vera scienza della legislazione <0. I suoi principi sono semplicissimi. Le azioni, egli dice, dipendono dalla volontá, la volontá dalla mente, la quale è espressa dalla somma e dalla natura delle idee che contiene. Una nazione ha la sua mente al pari di un individuo, perché una nazione deve avere un numero di idee comuni al maggior numero degli uomini che la compongono. Se il maggior numero non fosse concorde in molte cose, non vi sarebbe societá. Or questa, che egli chiama «mente comune delle nazioni», ha in se stessa la sua ragion sufficiente, ha uno sviluppo costante, soggetto a leggi inalterabili. Le idee, i costumi, le leggi, tutto cangia; ma tutto, cangiando, non cangia a caso; i cangiamenti non sono infiniti, e le nazioni vivono una vita, la quale ha un periodo inalterabile, del quale principio è la barbarie e fine la corruzione, che produce un’altra specie di barbarie, che Vico chiama «seconda». Questa vita ha il suo progresso naturale, ma, del pari che negl’individui, questo progresso è accelerato, ritardato, turbato, da molte cagioni esterne. Tali sono il clima, il suolo, le guerre, il commercio, ecc. ecc. Ma, tra tanti accidentali cangiamenti, il filosofo riconosce sempre l’orbita che la natura avea segnata a ciascuna societá, come l’astronomo riconosce l’orbita di un pianeta in mezzo alle continue perturbazioni che si osservano nel di lui corso e ne’ di lui periodici ritorni. L’idea archetipa (mi sia permessa questa espressione) è nella natura istessa della mente dell’uomo; » la ragione de’ cangiamenti, che gli uomini vi fanno, è nella stessa natura della mente comune de’ popoli. I precetti della morale acquistano cosí una nuova forza; una nuova forza acquistano le leggi sociali, perché acquistano una nuova dimostrazione della loro giustizia.

Io non trovo libro piú utile di quello di Vico a confermare negli animi umani il rispetto per le leggi. La corruzione della morale non arriva mai al punto di distruggere i precetti della natura, (i) Queste due opere si possono considerare come una sola. I principi sono gli stessi, ed in veritá sono, quali li chiama l’autore, «nuovi»: nell’opera latina si applicano particolarmente alla giurisprudenza; nell’italiana, alla storia delle nazioni [C.].