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subito strangolato? Cangiamo le parole; ciò che Diodoro chiama «legge», chiamamolo € costume»; costume non improbabile in una cittá divenuta smoderatamente oligarchica, ed attribuito poscia a Caronda quasi per render piú onesta la colpa, facendone autore un dio. Invece di intendere che si tratti di nuova legge, supponiamo che in Cotrone l’assemblea sovrana decidesse in ultimo appello di tutte le cause capitali. Un uomo trovavasi condannato per la legge esistente. Poteva provocare al popolo. Ma vi provocava in aria di condannato, col capestro al collo.

L’assemblea, come sovrano, poteva far grazia e dispensare dall’esecuzione della legge. Se non voleva farla, la legge si eseguiva. Tutto allora diventa semplice e naturale; ma allora forse la storia ci piacerebbe meno. In generale, io ho osservato che, piú di una semplice veritá, si accoglie e si ripete una brillante stranezza. Cuiacio, per esempio, avea detto che i romani esigevano un tributo per l’ombra, e ne avea addotta in prova l’autoritá di Plinio. Tutti avean ripetuto ciò che avea detto Cuiacio. Eppure Plinio non dice ciò che Cuiacio suppone. Io non fo che indicare alcune delle tante cose che dir si potrebbero, e senza alcuna scelta scrivo quelle che prima mi si affacciano alla memoria (0. La giurisprudenza romana è forse quella nella quale incontrasi minor numero di tali errori e di tali inesattezze, tra perché il numero de’ monumenti legittimi che in essa ci avvanza è maggiore, tra perché maggiori sono state le cure che in tutt’i paesi dell’Europa ad essa si son date. Pure molte parti ancora vi sono, sulle quali non sarebbe inutile un nuovo esame, pel quale forse trovar si potrebbero false molte parti che oggi comunemente si reputano certissime. Cosí, per esempio, lo dirò francamente, io non presto intera credenza a tutto ciò che si è detto sul preteso diritto che i padri romani aveano di uccidere i propri figli ( 2 >. Non so persuadermi che un diritto si barbaro fosse ammesso presso un popolo, il quale Montesquieu diceva (l) Cfr. Platone in Italia, ediz. Nicolini, II, 303 sg. [Edd.]. (a) Cfr. Platone in Italia, 1 . c. [Edd.|.