Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/333

della legge, la giurisprudenza rimaneva la stessa; ed il popolo la venerava perché sempre antica, l’amava perché sempre analoga ai suoi costumi presenti. La legge serviva ai bisogni del popolo, ma il popolo non perdeva il rispetto alla legge, perché questa non perdeva la sua antichitá, sola ragion di rispetto che un popolo intenda. Tutte le altre giurisprudenze son morte; la sola giurisprudenza romana era sempre viva. La costituzione, la religione, le leggi civili erano tanto strettamente legate tra loro, che non si poteva distrugger una senza distrugger l’altra: cosí si sostenevano a vicenda e diventavano tutte piú forti.

L’influenza della giurisprudenza temperava, e difatti temperò per lunghissimo tempo, l’ascendente sempre pericoloso degli uomini di guerra, e pericolosissimo in una cittá di sua natura guerriera. Per la giurisprudenza un popolo sempre armato e sempre vincitore si avvezzava ad ubbidire a formole ed a metodi utilissimi a frenar l’intemperanza de’ suoi desidèri. Si è osservato che nessun altro popolo è stato piú della plebe romana temperante nel richiedere, modesto nell’usare di ciò che avea ottenuto b); e quando, corrotti giá tutti gli ordini, turbate tutte le idee, i Gracchi agitavan le menti della plebe con male augurati progetti di leggi agrarie, il rispetto per l’antica giurisprudenza salvò Roma. Quella plebe, la quale rompeva senza alcun ritegno le prime leggi della natura, si arrestò per non infrangere i diritti delle doti e delle ipoteche, non altrimenti che un’altra volta avea risoluto di uccidere il console per non infrangere un giuramento. Ma tale è la natura di ciascun popolo della terra b), che non si attacca fortemente se non a quello che piú da vicino l’interessa, a ciò che vede, che ode, che palpa. Egli non procede se non per particolari ; ed è il torto de’ savi se, trascurando queste picciole cose, formano poi un insieme di ordini civili slegato, debole, che, anziché vivere, languisce e non aspetta che un urto per cadere. Il maggior numero degli errori politici, che tanto male han prodotto ( 1 ) Machiavklli, Discorsi [C.].

( 3 ) 11 ms.: «di tutt’ i popoli della terra» [Edd.].