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dice scritta da lui medesimo, pubblicata la prima volta nella collezione degli Opuscoli del padre Calogeri, e ristampata nell’ultima edizione fatta in Milano della Scienza nuova. Io ho ragioni di credere o che quella storia non sia opra di Vico o che non sia intera. E questa seconda opinione parmi la piú probabile, poiché, mentre da una parte è indubitato che molte notizie vi mancano, è certo dall’altra che queste notizie eran tali che la prudenza consigliava l’autore a non pubblicarle vivendo. Quella Vita fu scritta per adempire una specie d’invito che allora si fece a tutt’ i letterati d’Italia perché scrivessero la loro storia; progetto udlissimo a far conoscere lo sviluppo dello spirilo umano, e che potrebbe, a capo di molto tempo, fornirci de’ risultati utilissimi sopra quella parte delle scienze morali che è la piú importante e la meno nota: sopra l’arte dell’educazione. Si è detto che i grandi uomini si educano da loro stessi. E che altro vuol dir questo se non che l’educazione ordinaria non basta a produrre i grandi uomini? Quel dippiú, che l’ordinaria educazione non dá e che intanto forma l’uomo grande, dipenderá certamente in gran parte dalla natura. Ma questa natura, qualunque ella sia, non rimane certamente inattiva, e, sviluppandosi, prende e segue de’ metodi suoi propri, che è utile sempre conoscere, poiché è dimostrato che essa è in parte attiva.(*)].

La posteritá è stata ingiusta con Vico. La sua dottrina fece, sul nascere, molto rumore in Germania, e ne fece piú che in Francia e nella stessa Italia. Ed è facile intenderne la ragione. Della dottrina di Vico la parte teoretica avea molta analogia col platonismo; la parte pratica era quasi tutta fondata sulla giurisprudenza romana. Or, in quell’epoca, in Germania gli studi della giurisprudenza romana fiorivano moltissimo, e regnava la metafísica di Leibnizio e di Wolfio, meno lontana da quella di Platone che non lo sia la filosofia di Cartesio e di Locke, che (1) Tutto questo capoverso si trova in maritine, ma senza segno di richiamo che lo incorpori nel testo. Gli ultimi due periodi («< Quel dippiú... è in gTan parte attiva») son cancellati [Edd.].