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Ma io vi parlerò di Vico come metafisico. Egli era un uomo troppo superiore al suo secolo, ed il suo secolo era troppo inferiore a lui. Questo dá alle sue opere un carattere singolarissimo. Egli incomincia dai dati che gli offriva il suo secolo, talora incompleti, tal altra inesatti e spesso falsi; ma, a forza di raziocinio, ne tragge sistemi e conseguenze verissime. I progressi, che da un secolo in qua si son fatti nella fisica, nella geografia, nella storia, han distrutti moltissimi de’ suoi dati: il sistema, le conseguenze rimangono sempre le stesse, anzi vien sempre piú confermato dalle stesse eccezioni.

Il suo vero è sempre ideale. Ciò che la scuola tedesca in questi ultimi anni ha precettato, Vico un secolo prima lo avea giá eseguito. I principi ed il metodo della sua filosofia sono platonici, perfettamente platonici, spesso esorbitantemente platonici; ma bisogna confessare nel tempo istesso che nessun • • altro ha fatto del platonismo un uso tanto felice quanto Vico. I libri di Vico non potevano, per queste ragioni, esser libri popolari. Aggiungete a questo un metodo composto ed ordinato sul metodo de’ matematici antichi. Nella Scienza tiuova, per esempio, ha voluto raccogliere tutti in un punto gli assiomi ed i postulati al modo di Euclide. Ma gli assiomi di Euclide son pochi di numero, dipendenti dal semplice buon senso, facili a concepirsi, facili a ritenersi, facili a rammentarsi abbisogno. Gli assiomi di Vico son molti, astrusi, difficili a comprendersi: quando leggete gli assiomi, voi non ne prevedete il bisogno, e, quando viene il bisogno, non sempre vi ricordate degli assiomi. Aggiungete uno stile densissimo, per cui le idee principali sono accatastate una sopra le altre, e le accessorie ti si presentano sempre in grandi masse e senza alcun rischiarimento; non vi lascia un momento di riposo, un momento di respiro; richiede la vostra attenzione dal principio fino all’ultimo, e, un momento solo che lo abbandonate, dovete incominciar da capo. Aggiugnete una lingua estremamente esatta, onde è che, volendo che la parola corrisponda esattissimamente all’idea, spesso fa si che non corrisponda all’uso volgare. Invece di dirvi «assiomi», Vico vi dice «dignitá». Ciò rende il suo stile